Med. Vet. Sebastiano Giovanni Battista Parodi
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Neoplasia della Mammella
specie CANINA
Le ghiandole mammaria sono il sito più comune di neoplasia nella specie canina, le cagne hanno la più grande incidenza del tumore mammario rispetto ad ogni altro mammifero, compresa la donna.
Rare sotto i due anni di età, aumentano drammaticamente dopo i sei anni; le femmine non sterilizzate hanno, rispetto alle femmine sterilizzate, un rischio da 3 a 7 volte maggiore, a seconda della precocità della sterilizzazione, più è precoce minore è il rischio.
Possono insorgere in tutte le ghiandole, ma sono più frequenti in quelle inguinali. Non infrequenti i tumori mammari multipli dello stesso od anche diverso tipo istologico.
Metà circa dei tumori sono benigni, più frequenti i fibroadenomi, i tumori maligni più diagnosticati sono gli adenocarcinomi, che metastatizzano in ordine di frequenza: linfonodi, polmoni, fegato, reni, milza, cuore, ossa, occhio, cervello.
Prognosi
dipende dalle dimensioni della neoplasia, dal tipo istologico, dalla velocità della crescita e dalla stadiazione clinica. Tumori maligni non metastatizzati di diametro massimo inferiore a 5 cm hanno più o meno la stessa prognosi di quelli benigni, quindi insistiamo sulla precocità della diagnosi, nodulo=escissione.
I carcinomi infiammatori hanno invece, purtroppo, una prognosi pessima.
Terapie chirurgiche
escissione del nodulo, escissione della ghiandola malata, rimozione di tutta la linea mammaria, rimozione en bloc di tutte le mammelle e dei linfonodi.
La nodulectomia, o la mastectomia semplice della ghiandola interessata sono il trattamento di scelta nella cagna, interventi più radicali
non vengono da noi eseguiti, dato che non aumentano il tempo di sopravvivenza od il tempo di una recidiva tumorale.
Piuttosto conviene eseguire la sterilizzazione chirurgica contemporaneamente (prima della mastectomia), questo aumenta il tempo di sopravvivenza anche del 44%, nella cagna.
La chemioterapia con antiestrogeni (tamossifene) od altri chemioterapici tipo vincristina, metotrexate, doxorubicina non è provato abbiano giovamento (in termine di aumento del tempo di sopravvivenza) nella specie animale in questione, quindi non li utilizziamo.
specie FELINA
Le neoplasie mammarie nella specie felina rappresentano la terza neoplasia più comune del gatto, dopo quelle cutanee ed i tumori linfoidi.
L’età di insorgenza aumenta dopo i sei anni, con picco a 10 nelle femmine intere, successivamente declina.
Le femmine non sterilizzate lo contraggono 7 volte più comunemente di quelle sterilizzate, più la sterilizzazione è precoce meglio è.
Tutte le quattro paia di ghiandole sono a rischio neoplasia indifferentemente.
Quasi il 90% dei tumori mammari del gatto sono maligni, e molti adenocarcinomi. Le metastasi dei tumori maligni sono presenti nel 90% dei casi: l’ 84% nei polmoni, altre in: pleure, fegato, milza, grasso omentale, pancreas, surreni, reni, ovaie, cuore, encefalo e colonna vertebrale.
Terapie chirurgiche
mastectomia, l’ ovariectomia non è più efficace, nel gatto a questo stadio della malattia, per aumentare il tempo di sopravvivenza.
Prognosi
dipende dalle dimensioni della neoplasia, dal tipo istologico, dalla velocità della crescita e dalla stadiazione clinica.
Sopravvivenza 1 anno di media in gatti afflitti da tumori differenziati, aumenta se le dimensione sono inferiori a 8 cm cubici, quindi la sopravvivenza con adenocarcinomi mammari aumenta, sotto tale dimensione, fino a 4,5 anni; 2 anni se dimensioni da 9 a 27 cm cubici, 6 mesi se dimensione maggiore.
L’ infiltrazione linfatica, ossia la presenza di noduli tra il tumore ed il linfonodo, le metastasi, l’ infiltrazione della parete addominale/toracica, la rapida crescita, o la ricorrenza del tumore rendono la prognosi peggiore.